Il Castello
Tra i borghi fortificati sorti sulle colline gardesane nel X secolo, il castello di Moniga è uno fra i meglio conservati, sia per quello che riguarda la pianta, sia per le strutture murarie.
Poiché non vi è mai stata la presenza di un palazzo signorile e mai un signore del luogo vi ha abitato, è corretto definirlo un castello-ricetto (dal latino receptum = rifugio): una semplice aggregazione di case dove la popolazione del villaggio circostante si rifugiava in caso di pericolo, portando con sé quanto necessario al suo sostentamento.
E' dunque una costruzione difensiva di tipo comunale, molto simile a quella di Padenghe e alle altre presenti in Valtenesi.
Non solo: è proprio tra i vari castelli della zona che, nel periodo delle invasioni barbariche, si sviluppò un ingegnoso sistema di collegamento grazie al quale, attraverso l'uso di precisi segnali, era possibile avvisare del pericolo da qui fino alla città di Brescia.
Il castello si trova nella parte occidentale dell'abitato, su una leggera altura coltivata a vigneto; non è, come altre costruzioni simili, sul ciglio di una scarpata, ma sulla strada che collega alcuni dei castelli di cui abbiamo parlato.
Ed è proprio la sua posizione ben poco strategica, grazie alla quale non ha mai subito assalti e conquiste significativi, che gli ha garantito una così buona conservazione, preservandolo da profonde trasformazioni architettoniche.
Fu costruito, come gli altri, per far fronte alle invasioni ungare del X secolo; poi, ormai diroccato, per un certo periodo il castello venne abbandonato.
Più tardi iniziarono a stabilirvisi pastori e contadini che possedevano terre nei dintorni: così, da questi accampamenti improvvisati, nacque l'idea di abitare stabilmente il castello.
I materiali impiegati nella ricostruzione fanno pensare che le murature siano del XIV e del XV secolo, periodo al quale si fanno risalire tutte le strutture oggi visibili.